mercoledì 29 aprile 2015

Ercole Moroni a I giardini del Benaco

Una passeggiata distratta, sabato scorso, tra le vie di Salò durante l'esposizione vivaistica di I giardini del Benaco. Percorso il lungolago, con mio marito inforchiamo una via interna del paese, arriviamo nella piazzetta dell'Orologio e ci imbattiamo in una specie di comizio.



Dietro a un tavolo coperto con una tovaglia bianca, un signore armeggia con fiori e contenitori, in un lungo vaso di vetro ha conficcato una eliconia rovescia e ne sta mettendo un'altra in cima, a formare un'immagine che sembra speculare. Ci fermiamo, il signore è italiano ma l'accento è un po' compromesso da una lunga dimestichezza con l'inglese. Sembra un londinese che parla benissimo la nostra lingua. Una locandina ci informa: è Ercole Moroni.
Niente poco di meno che... il celebre floral designer che ha fatto fortuna a Londra, dove vive da anni e dove ha visto il suo negozio crescere fino a raggiungere il successo in tutto il mondo. Nato nelle Marche nel 1966, mister Moroni cura le composizioni floreali della regina Elisabetta, del palazzo di Downing Street, delle edizioni degli Oscar per Vanity Fair, del Tribeca film festival, Cannes... decora matrimoni ed eventi importanti delle star americane, Gwineth Paltrow, Madonna... E, fra le mille cose, è preside di una scuola per fioristi giapponesi che conta 600 studenti.
Adesso è qui a Salò, ospite di una piccola manifestazione. Vietato perderselo!
Come il Comune di Salò sia riuscito ad "aggiudicarselo" resterà un mistero, ma lui è lì a due passi da noi, nella piazzetta del paese, senza problemi o pregiudizi, a spiegare a chi passa e gli dedica un minuto come si fa una composizione floreale. "Con semplicità e rispetto per la natura" è il suo insegnamento basilare. Niente di più facile, niente di più complicato: bisogna aver gusto, saper scegliere non solo un accostamento di fiori, ma anche il vaso adatto.
Parlando, conversando a braccio della sua attività e snocciolando consigli, con pochi gesti veloci intreccia qualche canna di bambù con del fil di ferro, dispone il trespolo che ne ottiene in un vaso di legno. "A ogni pianta il suo contenitore, mettereste un'orchidea in un vaso di terracotta?", e così dicendo Moroni afferra due rami di phalaenopsis carichi di corolle viola e li adagia sul trespolo, con naturalezza, come se pendessero da una pianta amazzonica. Aggiunge un paio di foglie di papiro: l'esotico è servito.



Una piccola folla si assembra intorno al tavolo e si accresce sempre più di curiosi, mentre Ercole mostra come fare splendide decorazioni davvero con poco: in due ampollone rotonde, aggiunge dell'acqua, qui infila rami di gloriosa, là di calle. L'effetto è quasi imbarazzante per la semplicità e il risultato spettacolare che ne ottiene.


Forse incoraggiato dal pubblico che lo segue con attenzione e si appassiona ai suoi racconti, Moroni parla dei corsi che organizza in Giappone, e osserva divertito come ha fatto ri-innamorare quella nazione dell'arte cui essa stessa ha dato i natali: l'ikebana. E allora ecco una composizione di ispirazione orientale che si richiama schematicamente ai tre elementi che caratterizzano le regole base dell'ikebana: una ciotola larga e bassa rappresenta la terra; sul suo fondo, Moroni applica una spazzolina da fiorista; dei lunghi steli di pianta erbacea, "grass", vengono disposti nella spazzolina (col loro slancio verticale rappresentano il cielo), e assieme ad essi vengono posizionati dei rami di azalea bianca appena colti all'orto botanico (un po' più corti, richiamano il terzo elemento, quello che media tra terra e cielo, la dimensione umana). Il capolavoro è subito pronto, e anche stavolta utilizzando davvero poco, qualcosa di appena raccolto e del tutto gratuito.


Ercole Moroni ci mostra ora un suo vecchio progetto a basso badget ma sempre di grande effetto: in un lungo cilindro verticale pieno di acqua, tuffa uno alla volta tre capolini di rosa rossa legati con uno spago a un sasso. Il primo va a fondo, lo stesso il secondo, ma il terzo... no! e lì sta la magia di una composizione di classe, ma che con solo tre rose incanta. Perchè il terzo capolino è rimasto a galla, anche se legato al sasso come gli altri? "Tengo corsi di floral design nelle Marche!" è la risposta divertita di Ercole a una signora curiosa che non si capàcita, come tutti, dello strano fenomeno.


Ormai il nostro ospite ha preso confidenza col suo piccolo pubblico, ride e scherza, è simpaticissimo, il suo show floreale in miniatura è l'occasione per conoscere la sua personalità frizzante e ironica, lui che "viene dal popolo" ma che ci sa fare col jet set. Alla sua esperienza americana è ispirato l'ultimo mazzo ci descrive, un mazzo da sposa, battezzato "American Beauty", e ideato per una sposa speciale, ossia una donna molto ricca e famosa (ma non ne rivela il nome). Una signora a quanto pare avvezza alle follie e a una vita "esagerata", che a un certo punto della vita decide di sposarsi con un contabile e si rivolge a Ercole per organizzare il suo giorno più bello e omaggiare in qualche modo la mamma. Lui non glielo dice, ma è già stato contattato dalla madre della futura sposa che lo prega di mettere nel bouquet della figlia delle rose rosse, come da giovane aveva avuto lei. Moroni conduce questo gioco tra madre e figlia, che inconsapevolmente vogliono farsi una sorpresa a vicenda, e inventa per la figlia un bouquet particolare. Intreccia una coroncina di edera, vi infila in cerchio delle rose rosse col gambo lungo. Stacca dal gambo dei capolini di altre rose rosse e li colloca nel centro del mazzo. I capolini li strappa uno a uno, davanti ai nostri occhi, a morsi... Continua a raccontarci della nascita di questo singolare bouquet, colloca le rose, e poi simula quello che sarà l'uso del mazzo: la sposa, all'uscita dalla chiesa, mentre riceverà il tradizionale lancio del riso, getterà in aria il suo bouquet... e stupirà i suoi invitati con una cascata di petali!


Et voilà, Moroni la stessa sorpresa la fa vivere al suo pubblico, ammirato e divertito dalla sua dimostrazione e da tutte quelle rose che volano...

L'applauso finale è scontato, e molto sentito.

http://www.ercolemoroni.com/ErcoleItalian/ErcoleFlowers.html

2 commenti:

  1. Marta auguri per il tuo nuovo impegno.
    Belle, Bellissime le sculture floreali di Moroni, da grandi saloni, da palazzi, ma io preferisco cose meno formali, più morbide e naturali.

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    Risposte
    1. In effetti una composizione di Moroni in una casa come le nostre non ci sta neanche come dimensioni... lui è simpaticissimo, un po' divo ma anche autoironico. D'altronde, se vuoi lavorare col jet set, devi avere una forte personalità. Ciao e grazie!

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