sabato 21 novembre 2015

Blossom zine, the Winter issue's online!

Organizzatevi per un fine settimana di relax: preparate una tazza del vostro tè preferito, una copertina calduccia e sfogliate il nuovo numero online di Blossom zine. Sarà una piacevole compagnia con tutti i suoi bellissimi articoli (c'è anche un mio piccolo intervento sugli agrumi, un'intervista a un "citrologo" d'eccezione).


Cliccate qui per raggiungere il sito di Blossom zine e visionare la rivista.
Buona lettura!

domenica 1 novembre 2015

Giardinity: buona la prima!

Ormai in chiusura della stagione degli eventi autunnali dedicati al giardinaggio, il 24 e 25 ottobre ha avuto luogo Giardinity a Vescovana (PD), presso villa Pisani Bolognesi Scalabrin. Una mostra mercato organizzata da Carlo Contesso, progettista e nota firma della rivista Gardenia. Ho colto il suo invito e il sabato di apertura mi sono concessa una visita. L'occasione ha sollevato la mia curiosità soprattutto per la sua ambientazione veneta: le vicissitudini che quest'anno hanno portato Costozza in fiore a dividersi in due manifestazioni differenti e ridotte, hanno visto il panorama giardiniero del Triveneto impoverirsi di un evento importante che solo le iniziative private di alcuni vivai di qualità (i "porte aperte" con personaggi di spicco di Priola, la Campanella, Billo ecc.) cercano un po' di ravvivare, senza biglietti di ingresso per i clienti e con la collaborazione di altri vivaisti amici.


Giardinity ha presentato un pugno di vivaisti di altissima qualità, italiani e stranieri (tra i più notevoli, special guest credo inusitato finora in Italia, il polacco Piotr Kleszczynski coi suoi streptocarpus, da annoverare tra i due più importanti coltivatori di Streptocarpus europei), vivaisti che, a detta dello stesso Contesso, erano molto soddisfatti dell'attenta selezione che li ha distinti da quelli meno "impegnati", puramente commerciali. Quasi tutti li avevamo già trovati però a Orticolario e Murabilia (ma in poche occasioni nel Veneto, però). Alloggiati nel giardino della villa e sotto la sua bellissima barchessa, un po' tutti i venditori erano in programma per dare una dimostrazione di come si coltivano le loro specialità e concedere risposte dirette al pubblico presente.
Al piano superiore della villa, nelle antiche stanze dalle splendide pareti affrescate, erano disposti gli stand di altri settori merceologici (decorazioni per la casa, saponette, abiti vintage ecc.).
La domenica si sono tenuti gli incontri con Simonetta Chiarugi e Camilla Zanarotti, che hanno intrattenuto i visitatori con la presentazione dei loro libri.

Piotr Kleszczynski spiega come coltivare gli Streptocarpus. In polacco, ma Contesso si è procurato una traduttrice.

Il programma della manifestazione prevedeva visite guidate al giardino della villa (ancora curato e ben delineato). Diverse iniziative sono state pensate per i bambini (esempi pratici di intreccio di vimini e giochi). Presenti anche una mostra di galline, quella per i 50 anni della Società Italiana della Camelia e una esposizione fotografica di Duccio Nacci. Non ci si poteva annoiare, insomma.
Una bambina osserva affascinata un coniglietto in gabbia, mentre gli adulti chiacchierano di altro.

Interessante la statuaria che caratterizza il giardino della villa

Bossi scolpiti geometricamente, nella luce della sera.

Un cesto di peperoncini. Grande fortuna ha riscosso lo stand dedicato ai peperoncini, andati quasi completamente a ruba nella sola giornata di sabato.

L'afflusso di avventori è stato soddisfacente: un po' timido sabato mattina, è andato via via aumentando nel pomeriggio per poi esplodere nella domenica inoltrata.
Solo due i veri crucci dell'evento, di cui l'organizzazione ha già avvisato che si farà carico i prossimi anni, per risolverli: una certa difficoltà nel raggiungere il luogo per chi viene da lontano (si era in piena campagna padovana, lontani da centri abitati consistenti) e una zona parcheggio non amplissima.
Un affresco floreale all'interno della villa

Speriamo di veder crescere, in futuro, questa ricorrenza, perchè si consolidi, e soprattutto mi auguro che non si limiti a diventare solo una mostra mercato più o meno affollata di acquirenti e di stand, ma che si imponga come un polo di diffusione della cultura del giardinaggio da irradiare nelle province venete, laddove, finora, hanno prevalso quasi solo piccole kermesse, in genere di iniziativa comunale. Non tutte disprezzabili, vedi per esempio l'ottima Este in fiore, ma a volte un po' ancorate alla ristretta realtà locale.

A quale pianta andrà questa volta il cammeo? Be', agli streptocarpus polacchi!
Ecco a voi 'Wow II', bellissimo Streptocarpus bicolore, dalle morbide corolle arruffate che fanno davvero esclamare "uau" quando le si vede.
Gli streptocarpus sono originari dell'Africa tropicale, e richiedono grosso modo le cure che si prestano alle violette africane. Temperature dai 15° in su, luce brillante ma non diretta (dietro una tenda, o da una finestra affacciata a est), terriccio leggermente acido ma ben aerato. Temono i ristagni idrici.
E poi, sempre di streptocarpus parlando, 'Dagmaz', altra creazione del vivaio di Piotr Kleszczynski. Nei toni dell'azzurro appena venato di viola, è un'esplosione di corolle cerulee di grande effetto.














Mai più senza! Il tappeto da giardino commercializzato da Idea Casa In. Meraviglioso, calpestabile, per stupire gli amici quando si organizza una festa. Sempre che non abbiate gatti dalle unghie assetate di dispetto...

sabato 24 ottobre 2015

Il giardino del giardiniere (ma non quello di Russel Page)

E' così fresco di pubblicazione questo libro che, quando lunedì sono arrivata alla cassa della Feltrinelli della mia città, il commesso lo ha guardato stupito chiedendosi quando fosse capitato in vetrina. Non lo aveva ancora notato. Si tratta di Il giardino del giardiniere, di Madison Cox, edito da Phaidon, 2015, da qualche giorno finito nelle mie "grinfie". Un tomo colossale, nato dalle fatiche di un numeroso team di esperti, e pure costoso, 470 pagine per euro 49.90: un prezzo elevato, giustificato però dal profondo lavoro di ricerca che caratterizza l'opera e dall'impaginazione curata.

Il giardino del giardiniere dalla copertina posteriore aggiuntiva promette "una straordinaria panoramica sulle creazioni dell'arte del giardinaggio in ogni continente": i duecentocinquanta progetti qui selezionati, alcuni appartenenti a epoche storiche passate, "illustrano tutti i più importanti stili e tipologie degli spazi verdi, dai fasti di Versailles alla varietà dei New York Botanical Gardens, fino alle piccol oasi di tranquillità di Marrakesh e Città del Messico". I nomi dei paesaggisti coinvolti sono altisonanti: Patrick Blanc, Capability Brown, Gertrude Jekyll, Pirro Ligorio, Christopher Lloyd, Piet Oudolf, Beth Chatto e Dan Pearson sono solo alcuni dei più conosciuti.
Il proposito del libro mi ha incuriosita e anche un po' interdetta, essendo io memore del capitolo conclusivo di L'educazione di un giardiniere di Russel Page (1906-1985), che molto mi aveva affascinata quando lo lessi e che comincia così: "Questo libro avrebbe potuto in teoria intitolarsi I giardini degli altri, posto che il titolo non fosse già stato impiegato in precedenza. Io in effetti non posseggo nessun giardino e tutto ciò che ho imparato l'ho appreso lavorando nella proprietà degli altri. Ciò non toglie che mi conceda dei sogni a occhi aperti e mi piacerebbe che un giorno venissero realizzati". Ne segue la descrizione del giardino ideale di Page, un giardino che fa sognare anche chi sta leggendo, e che "dovrebbe essere piccolo e semplice, da richiedere il lavoro di non più d'un uomo, forse il mio [...]. Prima di tutto è bene dire che intendo costruire il mio giardino in Inghilterra [...]. Preferirei incominciare a partire da un vecchio giardino, non importa se in cattive condizioni o negletto [...]. Userò il mio giardino come una scatola di colori, una tavolozza e una tela, sperimenterò le combinazioni più varie di piante per i colori dei fiori, la tessitura del fogliame e il loro portamento". La descrizione di questo luogo immaginario continua ricca e articolata, perchè sarebbe un posto dedicato alla bellezza ma soprattutto un laboratorio per chi ha fatto del progettista del verde la propria professione.
Per fare un accenno all'Italia, tutto sommato mi pare di ricordare che nemmeno Ippolito Pizzetti (1926-2007) avesse un suo vero e proprio giardino, e si divertiva a descrivere come un appassionato di piante si dilettasse adattando il suo stesso appartamento (soprattutto il bagno) a una specie di serra domestica, pur di non rinunciare alla coltivazione delle sue varietà preferite.


Sfogliando Il giardino del giardiniere, ho notato che la promessa del titolo è in parte disattesa: non ci sono solo giardini "personali" (storicamente come potrebbe essere così per i giardini secenteschi di un nobile francese, che lasciava, a parte qualche propria indicazione di massima e placet finale, tutto alle facoltà del suo progettista di corte?), ma anche giardini significativi. Un libro che è un viaggio, e che una pagina dopo l'altra ci porta nei più bei luoghi dei sette continenti: Garangula in Australia, le scacchiere di Tofukuji a Tokyo,  la grandeur di Drummond Castle Gardens in Regno Unito, l'arboreto informale di Arboretum Kalmthout ad Anversa... I paesaggi classici e familiari dei giardini rinascimentali o dell'epoca del Re Sole si affiancano alle creazioni dei progettisti più recenti, più innovativi, a volte quasi trasgressivi. Nelle pagine conclusive, il libro riporta l'elenco delle mostre di giardinaggio notevoli -perchè ormai la cultura del giardinaggio di rilievo passa e si diffonde soprattutto da lì.
Bello osservare quali sono i fortunati giardini italiani che qui compaiono. Cosa piace, cosa ritengono iconico all'estero dell'Italia giardiniera? Eccoli tutti: l'Isola Bella sul lago Maggiore, La Mortola, il Giardino Giusti a Verona, Villa Gamberaia, Villa Il Roseto, Villa Medici, Bomarzo, Castello Ruspoli, Villa d'Este, il Giardino di Ninfa, Villa Lante, La Mortella. Esaminando questo elenco, sono spesso giardini ad opera di inglesi, il chè mi pare molto significativo dello sguardo estero sui nostri gioielli di casa. Io avrei aggiunto almeno una villa veneta (i Giardini Giusti sono un caso un po' a sè, ci insegnerebbe Camilla Zanarotti). Per il resto, approvo pienamente le scelte italiane di Cox e del suo team.
Un'altra promessa, in questo volume, mi pare in qualche senso tradita: la copertina garantisce "un libro per tutti gli amanti dell'architettura del paesaggio, dai giardinieri dilettanti ai professionisti del settore", suggerimenti quindi per giardinieri di ogni livello. Sono un po' perplessa: fa sempre "bene", è sempre istruttivo leggere di giardini, ma un principiante che vede uno scorcio di una bordura di Piet Oudolf e pensa: "be' che ci vuole, provo anch'io", potrebbe essere tratto in inganno  e rimanere gravemente deluso dai propri risultati. L'apparente semplicità di certe idee o risultati di immagine maschera un uso sapientissimo e una conoscenza delle piante che richiede anni di esercizio e di studio. Le nozioni di botanica si affiancano alle complesse regole della progettazione su terra.
Bisognerebbe per questo scoraggiare dall'acquisto un principiante? Direi di no, se utilizza il libro come uno spunto per effettuare dei viaggi e visitare e chiedere consiglio, perchè è dai grandi maestri che si impara non solo a far giardino, ma a fare i più bei giardini. Il lettore perfetto potrebbe essere, a mio dire, un giardiniere non esperto ma che da qualche anno sperimenta le piante più varie e si è già fatto una piccola cultura in materia di progettazione.
Giungiamo a conclusione. In Il giardino del giardiniere, sì, ci sono anche i giardini sorti dall'opera di Russel Page, quelli che lui definirebbe ironicamente "degli altri": Blair Garden in Nuova Zelanda (la proprietaria seguì i consigli di Page per mantenere "l'emozione di una veduta lontana"), La Mortella (eccoci in Italia), Bass Garden in Texas, e i Donald M. Kendall Sculpture Gardens nella sede centrale della PepsiCo, a New York. Ma di fronte a tutta questa magnificenza, a questi parchi elaborati e straordinari, proprio Page ci insegna che anche un giardino "sognato" ha valore, merita una visita, anche se immaginaria; per cui terminiamo questo post con le sue parole che più mi hanno colpita:
talvolta l'idea di un giardino mio mi sembra un miraggio che si allontana; ma qualora questa visione intermittente divenisse realtà e davvero un giorno possedessi un giardino, in qualsiasi luogo fosse situato, qualsiasi fossero la sua forma e le sue dimensioni, rappresenterebbe per me una grande soddisfazione, perchè, come tutti i giardini, sarebbe un mondo in sè compiuto di cui anch'io potrei godere le bellezze.

P.S.: mia unica lamentela: con tutto quel che è costato, a Il giardino del giardiniere una sovracoperta potevano mettercela!

domenica 4 ottobre 2015

Orticolario: idee e sensazioni per giardinieri evoluti

Sta ormai volgendo al termine la settima edizione di "Orticolario. Per un giardinaggio evoluto" (2-3-4 ottbre 2015, presso villa Erba, sul lago di Como).

L'accesso a villa Erba

La manifestazione gode di una location invidiabile, costituita dal parco di una spendida villa d'epoca e relativo centro espositivo, al cui interno sono disposti gli stand di oggettistica, della stampa, i locali ristorativi e altri servizi. Un'utile protezione in caso di pioggia, e che purtroppo in questa veste è stata sfruttata dai visitatori, visto che il maltempo, quest'anno, ha un po' bersagliato l'evento. Senza intaccare il suo fascino, però.

Moritz Mantero (al centro)presenta Orticolario col suo staff.

"Patron" (per mutuare un termine della F1) di Orticolario è l'imprenditore Moritz Mantero, che, grazie a una segreteria organizzativa e a un comitato scientifico di tutto rispetto, ogni anno riesce a radunare una schiera di vivaisti di qualità e di esperti del giardinaggio per una di quelle che ormai, in brevissimo tempo, è diventata tra le massime manifestazioni del gardening italiano, accanto a Masino, Orticola, Murabilia e pochissime altre.

Lo stand del vivaio Ratto

Sotto un albero secolare, lo stand di Anna Flower.

Difficile riassumere la varietà di offerte presentate da Orticolario ai suoi visitatori: si va dagli stand dedicati a piante e utensili da giardino, prevalentemente dislocati nel parco, ai padiglioni di arredi da esterno, ai giardini allestiti alle tavole rotonde con personaggi di spicco della cultura del verde. Un filo rosso lega insieme tutto questo, un tema conduttore che ogni anno varia: per il 2015 ha trionfato il senso del tatto, assieme al fiore dell'ortensia, di cui sono state create numerose installazioni e su cui sono stati incentrati incontri e stand.


"Concluso con tatto", il giardino-installazione dei Giardini Benatti e dei F.lli Bonoldi, vincitore tra quelli in concorso.

Un particolare, con ortensia, del giardino Concluso con tatto.

Curioso il battage pubblicitario che ha annunciato la nuova edizione dell'evento, ideato dal team creativo in cui figura il nome illustre del fotografo Dario Fusaro. Le immagini delle locandine sono piene di humor e di bellezza, ironia e natura, e la dicono lunga sulle intenzioni della mostra di non limitarsi a diventare un mercato, seppure di alta qualità, di piante, ma di varcare i confini del giardinaggio tradizionale verso nuove ispirazioni e nuove funzioni del giardino. E "Oltre i confini" è proprio il titolo della realizzazione di sei giardini sparsi tra Como e Cernobbio, in cui alcuni paesaggisti hanno suggerito nuove prospettive di progettazione degli spazi verdi.

Una delle foto pubblicitarie firmate Dario Fusaro.

L'ironia non è mancata neanche tra gli stand del parco, mettendo in risalto l'intelligenza di chi si è impegnato a rendere concreta questa manifestazione, con attenzione per il dettaglio, cura della qualità, ma senza mai prendersi troppo sul serio. Come a dire: lo spazio per il divertimento non deve mai mancare!

Res naturae, in collaborazione con le ceramiche di Vasco Venturi, da un'idea di Elisabetta Pozzetti, ha dedicato uno stand ai vasi da rabarbaro con illustrazione del loro uso.


Le dalie della Floricoltura Fenix.

Ma passiamo alle nostre rubriche preferite, chè di spunti in merito Orticolario ce ne ha forniti diversi!

Piante-cammeo insolite e per cultori botanici presso i vivai Torre Natale, che propongono una stranissima Dorstenia cfr. contrajerva, dalla Costa Rica, dall'infiorescenza che pare una manina nera. Praticamente in via di estinzione, in quanto ormai rara in natura. 
E la pianta dai cui frutti si estrae il celebre olio di argan, l'Argania spinosa, il cui aspetto non è propriamente decorativo, e incute una certa... reverenza, a causa delle numerosissime spine che si celano sotto le foglie strette.













Mai più senza!





La ditta Terrarium Art di Milano propone dei paesaggi in miniatura in piacevoli vasi di vetro. Muschi e muschietti creano piccoli scenari che fanno da sfondo a momenti di vita quotidiana, come una richiesta di matrimonio, l'addestramento di un gatto, un autobus che si ferma sul ciglio della strada. Fantasiosi.


lunedì 21 settembre 2015

Cakegarden: i giardini sono... dolci

Monica Sgandurra a Murabilia (Lucca).

Non tutti sanno che tra le categorie professionali più eclettiche del mondo c'è quella dei giardinieri (comprendendo nel termine tutti i mestieri attinenti il giardino e il giardinaggio, dai paesaggisti ai garden blogger ai botanici). Quando li si frequenta, si scopre subito che hanno tantissimi interessi paralleli a quelli del giardino e della natura, a volte molto distanti tra loro, apparentemente inconciliabili. Chi ha studiato musica, chi è dotto di arte museale, chi si intende di letteratura e chi addirittura ha un passato nel mondo della moda. Difficile, sotto questa prospettiva, meravigliarsi allora dell'ultima opera di Monica Sgandurra, architetto del paesaggio e curatrice del sito Paesaggiocritico, nonchè del blog di Cakegardenproject. Il riferimento è al libro Cakegarden. Esplorazioni tra dolci e giardini, pubblicato quest'anno per i tipi di DeriveApprodi.

Monica Sgandurra (a destra) intervistata da Mimma Pallavicini (a sinistra).
Da tempo Monica ci vizia e ci delizia con le sue ricette di pasticceria, con le immagini dei suoi splendidi, e sicuramente buonissimi, dolci, e con la narrazione delle circostanze che l'hanno ispirata nella creazione dei suoi dessert. Esperienze e seduzioni che hanno spinto Mimma Pallavicini a invitare Sgandurra a Murabilia per una chiacchierata di presentazione dell'opera.
Un doppio argomento che ingolosisce proprio, quello dei dolci che rappresentano giardini, o che a essi si rifanno, perchè cavalca l'interesse per due settori che negli ultimi anni stanno riscuotendo un grande successo: giardinaggio e passione culinaria.

Il giardino nel padiglione della Polonia a Expo 2015.
Come fa un giardino a ispirare un dolce? O meglio: come fa un dolce a ispirarsi a un giardino? Me lo chiedevo prima di avere tra le mani questo libriccino. Affrontare questa lettura mi ha aperto orizzonti che non pensavo, là dove è sempre più difficile -almeno apparentemente- immaginare nuove strade da proporre, visto che ormai si pubblica di tutto e sotto tanti aspetti: i giardini di questo o di quel paesaggista, manuali e manuali sul giardinaggio facile o in 5 minuti o in uno stile alla moda; e dolci e torte e cupcakes in tutte le forme e sapori, di ogni provenienza e usciti dalle mani di grandi chef stellati.
Nel suo saggio, Monica, prendendo il "la" da esperienze personali (un viaggio, un'esposizione d'arte, una vetrina), e approfondendone lo studio, traduce le emozioni e le suggestioni che hanno destato in lei in sentieri, oserei dire, che permettono di spostarsi da un mondo all'altro, da quello della progettualità degli spazi verdi al design pasticcero. Ne risulta uno stimolo culturale a 360 gradi, che coinvolge storia, antropologia, architettura, arte... zucchero. 
A proposito della torta a torre, la classica torta a più piani da cake designer, decorata in omaggio ai quadri di Klee:

Le trame sono spesso per me ispirazione, anche nelle mie realizzazioni dolci. Le scacchiere di Klee in questo caso erano perfette. Inevitabile che alla fine, in modo materico, mi rivolgessi a loro e le coinvolgessi in una delle costruzioni a piani dolci, quelle che comunemente fanno parte del mondo del cake design.
I grafismi di una tela si riversano nelle striscette della pasta di zucchero. Sinestesie gastro-intellettuali che, sotto forma di dolci, forse la branca più "figurativa" dell'universo culinario, scivolano allo stomaco ma... senza mai allontanarsi davvero dal cervello.
Un altro esempio nel mio capitolo preferito, quello dedicato al gateau magique:

Cinque gli ingredienti base: uova, latte, farina, burro, zucchero e tante, tantissime varianti. Tre stratificazioni, tre consistenze diverse nelle quali la golosità si perde, da quella più densa, a quella più morbida, fino a quella soffice, ed è come sprofondare in un attimo in tre varianti dello stesso dolce. Una magia, in effetti. [...] Parlare di magico e di giardino è facile, perchè spesso è nel giardino che cerchiamo ricostruzioni di mondi che vorremmo vedere e che allo stato naturale sembrano impossibili. [...] Dal giardino manieristico di Bomarzo, nel Viterbese, a quello dei tarocchi di Niki de Saint-Phalle, a Capalbio, in Maremma, la magia attraversa il giardino in molte esperienze, costruisce metafore e simboli che ci fanno percorrere tracce che ci sorprendono, come per esempio uno dei trentuno sentieri del Giardino - per me magico - della Tartaruga a Parigi, opera di Gilles Clément.
Ancora: quali dolci possono diventare i White gardens di Sissinghurst? Pasta di zucchero bianca, modellata in romantici ricami a fiori. Ma basta l'occasione di un compleanno, e la voglia di cavalcare l'onda della creatività, che proprio una torta di pasta di zucchero assume connotazioni pop: una forma allungata come piano base su cui poggiare fiori di fattura più moderna ci catapulta verso i "ghirigori dei parchi progettati dagli olandesi West, la punta più alta del paesaggismo allegro, positivo, gioioso e prolifico che abbiamo oggi in Europa" (p. 128). E da Vita Sackeville West Monica ci traccia un inaspettato percorso che ci porta alle creazioni dolciarie dell'americano Wayne Thiebaud.
Ogni capitoletto è corredato dalla ricetta del dolce interessato. Così il lettore può sperimentare di propria mano il sapore di ciò che Monica ha descritto.

Nota personale: stamattina leggo il capitolo sui "gateau magique", capitolo che accenna anche all'installazione Hylozoic Ground per la Biennale di Architettura di Venezia del 2010. Bene, penso, "ilozoismo": ho imparato una nuova parola. Poi la sera rientro a casa e la televisione è sintonizzata su Rai5, una replica di Passepartout del 10/10/2010, di Philippe Daverio... la puntata sulla Biennale di Venezia e sull'installazione dell'Hylozoic Ground. Qualcuno mi spia...

Potete rivedere a questo link la puntata con Monica segnalata da Eat Parade, su Raidue. Al minuto 8 un velocissimo accenno al libro, inserito tra le novità di questo periodo in libreria.

martedì 8 settembre 2015

Cose murabiliose 2015

Un sabato di tempo mite a Murabilia è un'esperienza indimenticabile: lo scenario di Lucca coi suoi  luoghi legati a Puccini, il traffico non troppo stressante di persone che raggiungono a piedi i bastioni e si portano a spasso borse piene di piante, la calata toscana dei ragazzi alle biglietterie... tutto spinge a pensare che un angolo di felicità lo si possa trovare, ogni tanto, anche su questo pianeta.


"Le figlie del vento" di Camarda Claudio. Le tillandsie sono esposte in contenitori curiosi. Sopra, tillandsie in conchiglia.

Murabilia è una manifestazione vivaistica a tutto tondo che questi giorni compie quindici anni di esistenza. E' nata nel 2001 da un'idea dell'A.Di.Pa. sostenuta dall'Orto botanico di Lucca, e sviluppata in collaborazione col Comune e l'Opera delle Mura di Lucca. Inizialmente concepita come mostra mercato per giardinieri amatoriali, nel tempo si è evoluta fino a diventare il ricco, godibile e sfaccettato evento che è oggi.
L'ufficio stampa è affidato a Mimma Pallavicini.

Campogiani Marco antichità.

Campogiani Marco antichità.

Gli "alberghi per insetti" di Parlamento Tosco Paolo.
Disposta lungo i baluardi antichi della città di Lucca, quelli nei pressi dell'Orto botanico, Murabilia anche quest'anno (4-5-6 settembre) ha ospitato numerosissimi stand italiani e stranieri, selezionati per qualità e talento espositivo.
Attorno al cuore vivaistico della manifestazione, è stata collocata inoltre, come ormai consuetudine, una lunga serie di iniziative culturali che andavano dalle mostre fotografiche a quelle pittoriche, alle visite guidate al famoso Orto e ai convegni con personaggi illustri del mondo botanico, nazionale e internazionale.
I vasi di Campogiani Marco antichità. L'azienda ha una pagina su Facebook.

Le decorazioni da giardino di Arrossoir et Percil.

Il catalogo degli stand di Murabilia 2015 è così curato che persino i banchi dell'oggettistica -spesso per le manifestazioni delicato terreno di prova, in quanto rischiano di spostare l'evento verso derive da mercatino rionale (e, diciamocelo, un po' trash)- hanno fatto la loro figura, e ben si sono accompagnati al contesto giardinicolo. Proposte semplici e curiose, oggettistica originale e artigianato di grande inventiva hanno arricchito in maniera intelligente la "festa". Non posso farmi scappare l'occasione di dedicar loro un intero post. Difficilmente capiterà ancora con altre manifestazioni!

Il portabecchime in terracotta di Scaletti Roberto e Cristina.

Le calamite artigianali di TILA' Oggettistica e souvenir ritraggono tipici paesaggi italiani.

Le lanterne di Sa Lantia. Molto di moda sia per l'arredo interno sia per il giardino e i terrazzi. Per contenere candele e piante in vaso.

Terrecotte di Vasco Venturi ha riproposto i cantapioggia (che hanno fatto già il loro debutto in società a Masino e a Orticola, suscitando grande curiosità tra il pubblico e andando subito a ruba). "Il buco nel legno" ha presentato interessanti casette colorate per uccellini e bacchette segnanome in legno per l'orto e il giardino. Imperdibili le coroncine di ceramica colorata di Vases & Vasi. In varie misure e colori, possono fungere da portavasi o da portalumino.

I segnanome de Il buco nel legno.
Il cantapioggia di Vasco Venturi.
La coroncina portalumino di Vases & Vasi.

Le inusitate sculture metalliche de "Il guardiano delle acque" rappresentano creature marine che sembrano rapite da un fondale esotico. Per un tocco misterioso in giardino.
Potete trovare l'intero catalogo degli espositori di Murabilia 2015 qui.
Un nuovo esempio di riciclo chic:

La tillandsia nella scorza essiccata di arancia, come suggerito dall'azienda di Claudio Camarda. Qualche buchetto lungo il bordo e un po' di spago e il supporto aereo per la piantina è fatto.













Mai più senza! Gli uccellini di metallo della ditta di Toulouse Arrosoir et Percil: tra le graziose decorazioni esposte, i simpaticissimi portafrutta (porte-graisse) per sfamare gli animaletti selvatici. Basta infilzare una mela e in inverno gli uccelletti che frequentano i nostri giardini avranno sempre un po' di cibo con cui sfamarsi. Bello e utile.