domenica 26 luglio 2015

Nel circuito dei giardini della RHS: Hyde Hall

Ci spostiamo di qualche kilometro dai Beth Chatto Gardens, che abbiamo visto nel precedente post, per arrivare al giardino di Hyde Hall, a Chelmsford, nell'Essex. Concludiamo con questo post una piccola trilogia che ci ha portato a passeggio per l'Inghilterra e i suoi giardini, in occasione dell'Hampton Court Flower Show 2015 che si è svolto i primi giorni di luglio.


Bordure romantiche di Salvia nemorosa 'Caradonna' ed elementi topiari. Irrinunciabili le panchine di legno, che spesso presenziano nei giardini inglesi.

L'RHS Garden Hyde Hall è uno dei quattro giardini appartenenti allla Royal Horticoltural Society (RHS), assieme a Harlow Carr (nel North Yorkshire), Rosemoor Garden (a Devon) e Wisley (nel Surrey). La RHS, da anni, per valorizzare e far conoscere al mondo il giardinaggio inglese, ha creato un circuito che raccoglie, oltre ai quattro di sua proprietà, i parchi e giardini più belli dell'Inghilterra, selezionati secondo criteri come l'aspetto del paesaggio formale e la bellezza delle bordure o delle zone boschive, e giudicati in grado di formire stimoli, spunti, ispirazione a chi li frequenti. Attualmente, all'iniziativa RHS aderiscono 150 giardini indipendenti, cioè di proprietà privata, e 19 giardini d'oltremare, distribuiti tra Belgio, Francia, America, e anche Italia (che partecipa con l'Isola Bella e l'Isola Madre).


Veniamo alla storia di Hyde Hall. Nel 1955, i coniugi Robinson arrivarono in questo luogo che all'epoca altro non era che una collinetta tormentata dai venti e su cui svettavano solo sei alberi. Le disgrazie non finivano lì: il terreno era ghiaioso e freddo, e sulle pendenze della collina si trasformava in argilla appiccicosa a pH quasi neutro. Quanto di peggio un giardiniere potesse chiedere.
I signori Robinson non si fanno impressionare: col coraggio dell'inesperienza, e con molta buona volontà, decidono di trasformare il luogo nel loro giardino, sfidando il destino di Hyde Hall che per secoli era stato una fattoria circondata da un'area dedicata a discarica, a causa della scarsa qualità del terreno. E' soprattutto la signora Robinson a decidere di opporsi a un passato così ingrato, tanto da creare da subito bordure di piante erbacee tutto intorno alla casa e aumentando di dieci volte il numero di alberi della sua nuova proprietà, al fine di renderla esteticamente più piacevole.


Lunaria annua 'Pennies in Bronze'

La casa presente a Hyde Hall, tutt'oggi attentamente conservata e fulcro della proprietà, è una tipica fattoria in stile dell'Essex, databile intorno al diciottesimo secolo. Il terreno intorno fu ripulito con lunghi lavori di recupero e le zone argillose furono rese fertili con l'apporto di letame e terriccio di compostiera. A poco a poco prese forma quello che attualmente Hyde Hall rappresenta, un giardino diviso in tanti settori diversi in continua evoluzione, progettati per coltivare le piante più disparate, provenienti da climi differenti. Il terreno variabile e composito della collina si è dimostrato nel tempo non un ostacolo, ma una grande opportunità di sperimentazione che fa di Hyde Hall un "dynamic garden".

Nei pressi del laghetto, una speciale famigliuola sorprende i turisti camminando speditamente verso l'ombra.



Passeggiando, il visitatore viene sbalzato passo dopo passo tra la vegetazione dei climi più vari: si va dal giardino in stile romantico al laghetto al roseto moderno e a quello di rose inglesi; dalla lussureggiante natura di gunnere gettate sui canaletti e la frescura delle felci nel sottobosco alle arsure del giardino secco, orgoglio di Hyde Hall e oltre il quale si apre la magnifica estensione della campagna inglese.

Uno scorcio del giardino secco.

Concludono la visita di questo giardino un delizioso shop di accessori per giardinieri e prodotti tipici, una sala da tè e un piccolo vivaio (le "nurseries", come da tradizione inglese). Alle casse, troverete collaboratori entusiasti del proprio impiego, con cui sarà facile (code permettendo) scambiare due parole sulla vostra visita e sulle vostre impressioni.
Segnalo che tra il 30 luglio e il 2 agosto 2015 è previsto presso i giardini di Hyde Hall un Flower Show.


Il paesaggio oltre il giardino secco.

sabato 18 luglio 2015

Da parcheggio a giardino: la lezione di Beth Chatto

Nel 1960, una giardiniera, tale Beth Chatto, data di nascita 26 giugno 1923, dopo anni di studio sulle piante nei loro ambienti naturali decide di coltivare un'area grande tre ettari di proprietà della sua famiglia. Si tratta di un terreno fino allora considerato arido, inadatto a piantumare romantiche bordure di strabordanti delphinium e lupini come da tradizione inglese, e quindi lasciato in stato di semiabbandono. La zona in cui si trova, a 7 km da Colchester, sud-est di Londra, ha un clima poco piovoso. La signora Chatto si mette all'opera, per dimostrare a se stessa e a tutti che anche in condizioni avverse si può sviluppare un egregio pezzetto di verde: saranno gli inizi di un giardino che diventerà, per gli appassionati, una sorta di leggenda.




Il mantra della signora Chatto, sulla scorta delle ricerche ecologiste condotte dal marito Andrew Chatto e da lei attentamente assimilate, ispirata dagli ultimi lavori giardinicoli di Sir Cedric Morris, pittore inglese appassionato di botanica, è: coltivare in condizioni di aridità piante che resistono alla scarsità d'acqua, oppure coltivare in zone d'ombra piante che non chiedono posizioni soleggiate. Sembra una banalità, ma la conquista è abbattere i pregiudizi che vogliono che i giardini debbano nascere in qualsiasi circostanza a costo di pesanti interventi umani in fatto di irrigazione o di qualità della terra. Per la Chatto, non si deve adattare un terreno al giardino, ma il giardino alle risorse che quel terreno gli dà. Si tratta di un'anticipazione delle svolte ecosostenibili che di lì a qualche decennio detteranno i nuovi indirizzi del giardinaggio mondiale.





I Beth Chatto Gardens, dicevamo, si estendo su tre ettari e si dividono in più sezioni: il Gravel Garden (il giardino ghiaioso), il Water Garden (il giardino acquatico), il Reservoir Garden (il giardino-serbatoio, vicino a una fattoria), il bosco-giardino, lo Scree Garden (il giardino del ghiaione, annesso all'abitazione della proprietaria). Come i loro nomi suggeriscono, ogni settore ha una specificità diversa a seconda della sua dislocazione (ad es. nel sottobosco) o per la presenza di un particolare ambiente (il laghetto, o, nel caso del Reservoir Garden, il riporto di uno strato di terreno sopra alla ghiaia perchè funga da riserva idrica - un serbatoio).

La vegetazione intorno al laghetto.

Alcune aiuole nel Reservoir Garden.

Immancabili geranium risaltano sul verde acido dell'Alchemilla mollis.

La parte forse più curiosa, e di più recente creazione, è il giardino ghiaioso, nato nei primi anni Novanta dalla trasformazione del vecchio parcheggio in un giardino di ispirazione mediterranea. Inizialmente, un semplice esperimento dei coniugi Chatto: lo spazio è lasciato solo a piante resistenti alla scarsità d'acqua e coltivate senza ricorrere ad alcun impianto di irrigazione. Il terreno, un misto inospitale di sabbia e ghiaia, è stato nel tempo arricchito di humus ricavato dalle compostiere dei giardini. A vederlo adesso, questo ex parcheggio, con i suoi papaveri, le nigelle, le hebe, le rose e i ciuffi di salvia ornamentale, sembra impossibile che vent'anni fa fosse solo uno spiazzo sterrato per farci stare le auto. 
Il segreto per rendere bello un giardino mediterraneo, caratterizzato da annuali ed erbacee di per sè non dotate di un aspetto florido e generoso? Coltivare le piante in gruppi, insegna Beth Chatto nei suoi manuali, perchè formino cespugli folti e quindi maggiormente espressivi.

Un giardiniere al lavoro nel Gravel Garden, l'ex parcheggio.


L'angolo delle piante grasse, tutte coltivate in vaso. Dietro sono appesi ad asciugare i grembiuli verdi dei giardinieri che aiutano la signora Chatto.

Da parte dei giardinieri dei paesi mediterranei non sono mancate le critiche verso gli studi di Beth Chatto sul Gravel Garden. La signora ha pubblicato un libro a riguardo nel 1978, intitolato appunto The dry garden, applauditissimo in patria, ma pietra dello scandalo che ha sollevato contestazioni all'estero: come si può parlare di giardino siccitoso nell'umida Gran Bretagna? di certo, per quanto lì un terreno possa essere esposto al sole e collocato in un clima mite, non subirà mai le angherie della siccità e della calura di un giardino siciliano o nordafricano...
La lezione di Beth Chatto non è stata inficiata da questi dubbi, e nel tempo ha sopportato le critiche e resistito facendo proseliti: la questione infatti per la giardiniera inglese non è mai stata il coltivare di per sè piante universalmente da terreno arido o piante universalmente da ombra, quanto dimostrare che un moderato intervento umano può aiutare un ambiente a dare il meglio di sè se se ne rispettano le peculiarità intrinseche
Beth Chatto è una maestra botanica incontestabile per il suo studio sull'uso di piante inusuali e l'accostamento originale tra di esse, nonchè per la lunga e accurata sperimentazione di convivenze tra piante, e matrimoni di fiori e foglie di colori molto diversi. Le sue bordure sono il trait d'union tra la tradizione romatica alla Gertrude Jekyll e le conquiste più spinte del giardinaggio contemporaneo.


Completa la visita turistica ai giardini l'accesso alle nurseries (il vivaio), e alla sala da tè con annesso piccolo bar, ricco di tante golosità della pasticceria inglese, tra scones, victoria sponge cakes e shortbreads.
E visto che la Chatto ci consente di fare shopping tra le sue piante preferite, ve ne presento un paio di quelle fornite dalle sue nurseries, ovviamente in versione "cammeo":
Papaver dubium lecoqii 'Albiflorum': piccola annuale (max 45 cm di altezza) dai fiori rosa, come suggerisce il suo nome botanico non si sa da dove arrivi e quali siano le sue origini, ma è ormai una presenza costante dei giardini Chatto tanto da essere soprannominata "il papaverino di Beth Chatto".
Non servono nobili alberi genealogici o il pedigree per farsi voler bene dai grandi giardinieri.







Scabiosa caucasica 'Stafa': splendide corolle di un azzurro intenso, è una perenne che cresce fino a 80 cm di altezza. Per giardini mediterranei che voglio fare i vezzosi e colorarsi di cielo.

domenica 12 luglio 2015

Fiori e talenti a Hampton Court Palace Flower Show

Hampton Court Palace Flower Show 2015: io c'ero!


La manifestazione inglese, quest'anno alla 25° edizione, ha avuto luogo nella consueta cornice dei giardini dello storico palazzo di Hampton Court, nei giorni dal 1° al 5 luglio. Una delle giornate è stata dedicata esclusivamente ai membri della RHS (Royal Horticoltural Society), cui l'entrata era riservata. Parole d'ordine dell'evento per il 2015 sono state: Inspire, Grow, Feast (ispirati, coltiva, festeggia). Lo show infatti è stato diviso grosso modo in tre sezioni: la prima, dedicata ai giardini realizzati dai vivaisti partecipanti, grazie ai quali i visitatori potevano imparare e scoprire nuovi modi di associare le piante tra loro e prendere esempio dai progetti per creare aiuole nei propri giardini di casa; la seconda, pensata per offrire al pubblico una vasta scelta di piante in vendita, presentando nuove e inusitate varietà; la terza, prevista per consentire agli avventori di ristorarsi con prodotti tipici o specialità ricercate fruendo dei numerosi stand gastronomici.

Tra le piante più amate nei giardini d'Oltremanica, gli Allium hanno spesso caratterizzato le bordure più belle di Hampton Court, soprattutto in giochi di simmetrie e bizzarri allineamenti colorati.


Accedere al Flower Show di Hampton Court è stato veramente come entrare in una grande festa: la manifestazione, che per estensione supera quella del Chelsea Flower Show e anche come prestigio ormai ne tallona la fama, era curata in ogni minimo dettaglio, e permetteva a esperti del settore e semplici amatori di godere dell'evento come fosse stato un grande luna park per giardinieri, ma allo stesso tempo consentiva di metterlo "a frutto" per ampliare le proprie conoscenze in campo culturale. Alcuni padiglioni infatti sono stati allestiti per raccogliere le collezioni delle piante più amate dagli Inglesi, e per ospitare convegni coi giardinieri più famosi, che hanno presentato i loro ultimi libri o parlato dei temi in cui sono specializzati.

Carlo d'Inghilterra è solo uno dei grandi estimatori delle Hosta in Gran Bretagna. Qui, l'esposizione di una simpatica collezione di piante di questa specie, in versione mini.

Un teatrino di mini hosta.

Ormai la tradizione vuole che i nuovi talenti della progettazione di giardini passino prima da Hampton Court; una volta fattisi notare e premiare qui, il passo verso il Chelsea Flower Show è breve, brevissimo. Se poi anche a Chelsea i riscontri sono positivi, come mi ha raccontato una giovane promessa italiana che a Hampton Court ha già ottenuto un traguardo, vuol dire che "sei arrivato". Va da sè che Hampton Court è una meta "sacra" che anticipa il futuro e le tendenze del gardening, una Broadway del vivaismo, e aiuta i ragazzi a diventare "dei grandi". Quello che vedi qui, domani sarà in tutta Europa, in tutto il mondo.

Un grande classico del giardino inglese, i sweet peas, i piselli odorosi. A fiori enormi, dei colori più superbi.

Clematidi utilizzate tra le monete d'oro, in un allestimento ispirato a un antico galeone.
Tra i luoghi imperdibili, un padiglione, come si diceva, dedicato alle collezioni botaniche, tra cui spiccavano quelle di Streptocarpus, piselli odorosi, hoste, piante carnivore, tradescanzie, begonie, clematidi, geranium; un padiglione dedicato alle rose, in cui ovviamente Beals e David Austin la facevano da padroni; un padiglione per le composizioni floreali, e uno per i prodotti e i libri della RHS. 

Il Floral Marquée, per la vendita delle piante insolite; davanti, la grande torta floreale che celebra il venticiquesimo compleanno di Hamton Court Flower Show.

Peccato per il catalogo, in vendita agli ingressi al temerario prezzo di 4 sterline (e da me agli ingressi non acquistato per personale protesta); peccato per il caldo africano che in quei giorni ha colpito anche l'umida e fresca Gran Bretagna, e che ha lasciato a boccheggiare disperati inglesi e non sotto gli alberi e nei padiglioni del cibo. Ho visto poveri cani rifiutarsi di lasciare i dipressi dei grandi ventilatori che facevano girare l'aria negli stand più bollenti, e visitatori liberarsi delle scarpe per immergere i piedi nel canale che attraversa i giardini di Hampton Court, nella speranza di darsi un po' di refrigerio. Solo il celebre contegno inglese ha evitato scene ben più raccapriccianti...


Ho molto apprezzato il rapporto dei visitatori inglesi con questa manifestazione: un'educata partecipazione che ha permesso l'accamparsi nelle zone d'ombra di piacevoli tavolate tra amici, come si fosse trattato della propria festa personale, ma senza sfociare nella "caciara". La manifestazione prevede infatti degli appositi spazi da pic-nic, che a sera vengono lasciati puliti così come sono stati trovati la mattina.
Difficile scegliere, tra le varietà proposte a Hampton Court, due sole piante-cammeo che rappresentino la manifestazione. Opto per due curiosità:

Lagurus ovatus 'Bunny's Tails': tenera poacea dalle setose e ovali infiorescenze, necessita di innaffiature non eccessive e terreno sciolto, soleggiato. Per amanti delle erbacee e dei giardini multisensoriali, nonchè mediterranei.








Streptocarpus 'Celebration': tra i tantissimi proposti, eccone uno dai fiori rosa screziati di bianco. Della stessa famiglia delle violette africane, lo streptocarpus richiede ombra brillante e innaffiature costanti ma senza ristagni d'acqua, pena marciume delle radici. Teme il gelo e l'eccesso di calore. Adatto alla coltivazione in casa.
Lo propongono a Hampton Court le Dibley's Nurseries.
E infine un'idea per riciclare le vecchie posate:


Serve un po' di manualità da fabbro, ma se avete il talento e un vecchio servizio da tavola di cui non sapete come disfarvi, arricciando i rostri e avvitando i manici su se stessi, praticando un forellino in cui infilare uno spago, potete trasformare i vari pezzi in metalliche e sonore decorazioni da appendere in giardino o all'ingresso di casa.